Dal mese di Marzo 2022, la legge riconosce a tutti i nuclei familiari con figli a carico, sia per i lavoratori dipendenti che autonomi, l’assegno unico, che viene erogato dal mese di marzo a quello di febbraio dell’anno successivo, con importo variabile a seconda dell’Isee.
Il beneficio spetta fino al compimento dei 21 anni dei figli. Non esiste un limite di età nel caso in cui il figlio sia disabile. Che succede, però, quando i genitori non vivono più insieme? A chi spetta percepire l’assegno unico per i figli in caso di separazione e/o divorzio? L’Inps ha offerto dettagli in merito alla questione premettendo che l’assegno unico viene erogato in pari misura tra chi esercita la responsabilità genitoriale oppure ha l’affidamento esclusivo dei figli.
Ciò vuol dire che nel caso di genitori separati e /o divorziati bisogna vedere come è regolato l’affidamento dei figli .
Nel caso di affidamento condiviso, l’assegno spetterà in pari misura ad entrambi i genitori, salvo diverso accordo tra le parti ; nel caso di affidamento esclusivo l’assegno sarà percepito dal genitore che lo detiene, che sarà l’unico soggetto legittimato a farne richiesta.
L’assegno unico può essere percepito da un solo genitore?
Il principio generale sopra esposto può avere qualche eccezione. Succede, ad esempio, quando i genitori separati decidono che l’assegno venga interamente erogato solo a uno dei due. La deroga dovrà essere contenuta in un accordo scritto tra padre e madre.
Altra situazione che si può verificare è quando il contributo viene erogato interamente a un solo genitore in virtù di un provvedimento del giudice o di un accordo scritto tra le parti dal quale risulta che quel genitore ha l’esercizio esclusivo della responsabilità genitoriale ovvero l’affidamento esclusivo.
L’assegno unico per i figli va ad uno solo dei genitori separati quando c’è:
- un accordo tra i genitori stessi;
- l’esercizio esclusivo della responsabilità genitoriale da parte di uno di loro;
- un provvedimento del giudice che individua quale dei due può percepire contributi pubblici;
- l’affidamento esclusivo ad uno dei genitori separati.
In tutti questi casi il genitore che ha diritto all’intero assegno unico universale ha l’erogazione del contributo al 100%.
Si può modificare l’erogazione già in atto?
Poniamo il caso che il diritto esclusivo, ossia il percepimento al 100%, avvenga quando l’erogazione è già in atto, cosa succede?
Nel caso in cui il diritto esclusivo all’assegno avvenga quando la prestazione viene già erogata al 50% tra entrambi i genitori, sarà possibile per l’avente diritto modificare la modalità di erogazione integrando la domanda online presentata a suo tempo, potrà, quindi, chiedere di ricevere non più il 50% ma il 100% dell’assegno universale.
Da precisare che sia quando si presenta la prima domanda sia quando viene richiesta la modifica, l’Inps non pretende che il genitore separato argomenti o documenti il suo diritto di percepire il contributo al 100%. Nulla vieta, però, che l’Istituto possa farlo in un secondo momento, chiedendo di vedere, ad esempio, un atto di separazione o di divorzio, un accordo siglato tra i genitori, un provvedimento del giudice.
Isee di riferimento
L’ISEE di riferimento per l’assegno unico, in caso di genitori separati, è quello del nucleo familiare in cui è inserito il figlio beneficiario, non rilevando che il genitore richiedente faccia parte dello stesso nucleo, situazione che si verifica in caso di separazione e divorzio. La legge dispone infatti che ad avanzare la domanda per l’assegno debba essere un genitore o chi esercita la responsabilità genitoriale, non rilevando la convivenza con il figlio.